Cappotto termico, pro e contro | Abitare

2022-07-23 03:33:29 By : Mr. Dara Chemn

Dal punto di vista dell’isolamento e del comfort termico, quali sono i pro e i contro del cappotto se applicato a edifici esistenti? Il cappotto sui fabbricati esistenti certamente migliora l’isolamento termico ma cambia significativamente il comportamento termo-igrometrico. Accentua i ponti termici di balconi, solai, serramenti eccetera e impedisce la transizione del vapore dall’interno all’esterno. Accentuando i ponti termici e impedendo la transizione verso l’esterno dell’umidità – prodotta da traspirazione, respirazione, cucina eccetera – condensa sui ponti termici internamente ai fabbricati e favorisce la crescita di muffe. Siccome normalmente insieme alla realizzazione del cappotto vengono anche sostituiti i serramenti con eliminazione di fessure, il ricambio dell’aria e la traspirazione delle murature viene eliminata. È a mio avviso indispensabile in tali casi provvedere alla ventilazione meccanica controllata con recupero del calore, cosa che non viene quasi mai realizzata. Le griglie di ventilazione sui nuovi serramenti praticamente riportano l’efficienza del serramento simile all’infisso appena rimosso. Inoltre i cappotti modificano sensibilmente la forma e la percezione esterna dei fabbricati esistenti, riducendo in modo sensibile la dimensione delle finestrature (quando il cappotto riveste anche stipiti e architrave).

Cosa pensa dell’applicazione del cappotto termico a edifici moderni di pregio, anche se non vincolati? Credo sia un non senso, un intervento da non fare mai: sarebbe come fare il cappotto e i serramenti a taglio termico al Duomo di Milano. Snatura la forma, perché comunque quei 15-20 cm in più sull’involucro esterno ne cambiano le proporzioni. Anche la posizione dei serramenti e il rapporto con l’elemento parete si modifica a scapito di una perdita di armonia che non è possibile ritrovare. Non credo che il risparmio (eventuale) energetico valga la perdita di altri “valori non monetari” e la creazione di inconvenienti tecnici (condense eccetera) con invecchiamento veloce e progressivo accentuati.

In base alla sua esperienza vi sono molti casi oggi di cappotto termico applicato a edifici esistenti? Molti interventi sono in corso spinti dall’incentivo economico e dal risparmio di gestione atteso. Mi sembra però che faccia ancora fatica a essere accettato, visti i dubbi sopra espressi. Le società erogatrici di energia incentivano la realizzazione del cappotto su edifici esistenti, scambiando costo di realizzazione del cappotto con risparmio energetico futuro. Andrebbe eseguito insieme ad altri interventi di miglioramento del fabbricato e la ripresa di tutto il sistema termo-igrometrico dell’involucro edilizio. Nella maggior parte dei casi questo non viene effettuato. Per fortuna la percentuale complessiva degli interventi di applicazione del cappotto su fabbricati esistenti è ancora bassa. È auspicabile che nel prossimo futuro siano adeguatamente analizzate le caratteristiche costruttive ed effettuati gli interventi di miglioramento energetico degli edifici esistenti analizzando tutti gli aspetti della vita del fabbricato edilizio. Non sempre il cappotto migliora il benessere interno dei fabbricati e il valore presunto del risparmio energetico viene surrogato da altri costi ingenerati dall’intervento stesso.

A Torino l’isolato 25 Verde progettato dall’architetto Luciano Pia ha volumi mossi rivestiti da scandole di larice, inframezzati da piante. (ph. Michele D’Ottavio)

La corte interna dell’edificio ospita 50 alberi. (ph. Michele D’Ottavio)

Gent.mo,ho letto con molto interesse il suo articolo. Io ho una casa indipendente degli anni 60,si sviluppa su un unico piano per 100 mq,attualmente con infissi di quegli anni e assenza di umidità. Ho attualmente una caldaia a condensazione,radiatori in ghisa. Qualsiasi impresa edile consiglia il cappotto termico,ma sono molto preoccupata per la possibile umidità. Ovviamente al momento attuale mi vengono consigliati impianto fotovoltaico e pompa di calore. Volevo gentilmente chiederle quali tipologie di valutazioni consiglia di fare,prima di intervenire. Grazie per la cortese attenzione.

“condensa sui ponti termici internamente ai fabbricati e favorisce la crescita di muffe. ” …e se non ce ne sono di ponti termici? …il cappotto li elimina e l’ambiente climatizzato e stabilizzato non favorisce il formarsi di umidità e poi se ciò fosse si deve intervenire sulla sua formazione…deumidificazione! P.S.: Mi “complimento”per il complesso 25Verde a Torino: vorrei sapere chi raccoglie le foglie ed i rami che gli eventi naturali scaricano sulla via circostante…Forse era compatibile se posizionato 10 metri all’interno, non sul bordo della strada…Le facciate ed i balconi sono letteralmente soffocate dalla vegetazione con la conseguenza di avere i residui di un bosco che entrano in casa…insetti ed animali compresi. Il verde deve stare nei suoi limiti per TERRA.

Caro Sig. Mandelli, come si capisce che lei non ama il verde! E preferisce soluzioni artificiali a quelle più naturali. Mi domando: la deumidificazione ha un costo energetico?

Vorrei collaborare con voi per una volla singola.

Solita tipica priorità degli architetti data alla fuffa. Sentire anatemi contro misure efficaci per conseguire risparmi energetici al fine di combattere il drammatico cambiamento climatico in atto fa veramente rizzare i capelli.

E se invece che mettere il cappotto agli edifici cercassimo una soluzione meno complessa e per il risparmio energetico, riducessimo di un paio di gradi le caldaie così da non mettere il cappotto ma solo una maglietta di lana, come si faceva un tempo, quando non si inquinava con i combustibili ma ci si copriva di più…. il freddo si combatteva così: in modo più sano e non inquinante, sono sopravvissuta così… oggi ho 84 anni e la notte d’inverno dormo ancora ben coperta e con le finestre aperte….

Abito in un edificio in c. a. di gusto razionalista realizzato nel 1957, con un sistema grigliato di fasce a leggero rilievo che marcano i piani e in verticale danno slancio ed elegante rigore alle pareti. Con altri condomini mi sono opposta alla realizzazione di un cappotto termico che avrebbe divorato ogni caratterizzazione d’epoca e offeso il decoro architettonico del palazzo seppure ovviamente non ci siano pretese di altri particolari valori stilistici da salvaguardare. Con il conseguente scontento dei promotori, assolutamente increduli di fronte alla rinuncia ai benefici economici e termici che secondo i tecnici sarebbero stati vantaggiosissimi. Lei cosa ne pensa, in particolare considerando la realtà dimenticata dell’edilizia residenziale di pregio anni ’50 e ’60, nemmeno considerata dalle misure del superbonus sebbene ampiamente rappresentata nel nostro Paese e non sempre speculativa, come spesso si è sbrigativamente ritenuto. Purtroppo è oggi a rischio di marcate alterazioni causa cappotti termici, fatti per lo più per business e senza attenzione al decoro. Grazie. Distinti saluti

Analisi precisa che elenca tutti i dubbi di chi non crede ciecamente a tutto quello che ci viene propinato per interesse o per faciloneria. Io penso che tra 20 anni vedremo le conseguenze di tutto ciò. Vorrei anche chiedere al signore che asserisce che le piante verdi vanno tenute in terra se non ha mai sentito parlare di muri verdi verticali e tetti verdi, ampiamente usati al nord. Tecniche moderne e alternative in Italia sembrano davvero utopie e non solo in edilizia

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